L'esperienza della parola

La cura della parola

Il dottor Ruggero Chinaglia si avvale per l'attività analitica e clinica della scienza della parola. 

Che cosa "si dice" parlando? Raramente si pone attenzione a questo; parlando si dicono cose che vanno oltre le intenzioni o addirittura le contraddicono. L'ascolto di ciò che si dice effettivamente, oltre la volontà e la consapevolezza è essenziale per la direzione da seguire, per la soddisfazione delle istanze e delle esigenze. Non si tratta di stare a sentire.
Spesso si ha la convinzione di appartenere a un genere, a una comunità, a un gruppo, alla "propria" famiglia e di dovere dimostrare questa appartenenza, anche se ciò contrasta con la libertà.

Per dissipare l'idea di obbligo di appartenenza a ciò che vincola la libertà, il modo è analitico e cifrematico. 

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La parola dà la forza

Vivere è un'esigenza. Ma come accogliere e accettare la vita?
Dove e come trovare la forza di vivere in direzione del valore?
La forza risiede nella domanda che si formula con il progetto di vita e si svolge con il programma di vita. È forza speciale, non viene dalle cariche energetiche. 
Non c’è da confondersi con le macchine o con gli automi.

Occorre dunque capire cosa si oppone alla forza, quando ciò avviene, e a cosa sono dovuti quegli accidenti che impediscono la forza o la indeboliscono; può trattarsi di credenze, ricordi, paure che contrastano il compimento della domanda. 

Con l’analisi e la cifratura, nel dispositivo della parola possono dissiparsi quelle idee di alternativa, di fatalismo, di predestinazione, di sfortuna, d’incapacità, d’inferiorità, di male e di fine del tempo che attanagliano la vita. Queste idee producono  i cedimenti  si oppongono alla riuscita. 

Con le credenze, con i pregiudizi, con i convincimenti intorno al male e al negativo, alla fine del tempo, che ognuno ha, la fede nella riuscita s’incrina fino a negare ogni opportunità. 
Occorre attingere alla forza che procede dalla parola. 
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La lingua dell’esperienza

Ciò che la lingua rilascia parlando esige l'ascolto che avviene nel dispositivo della parola. 
Il disagio esige l'esperienza della parola, la sua particolarità, la sua specificità.
Chi si dispone alla ricerca e all’indagine per fare chiarezza rispetto ai quesiti che la vita gli pone, ha già compiuto un passo verso il chiarimento. Occorre quindi cominciare.

I casi della vita sono casi unici, senza somiglianze e analogie con altri, sono originari, come la parola che li narra e li racconta.

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L'analisi è necessaria per trovare gli elementi specifici della domanda. 
Soddisfa l'esigenza di capire e  d'intendere, con la cura della parola. 
Nessuno può avere cognizione della realtà del proprio caso senza l'analisi. 

Ciascuno gioca la partita, con lo sforzo che esige, per vivere, e per non sopravvivere.

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La salute

La salute sta nella soddisfazione delle effettive istanze e esigenze. Ogni rimando nega la salute.

La salute esige il dispositivo della parola, non già l'uso o l'abuso di sostanze. Nessuna sostanza può fornire le risposte alle tue questioni.
Non ci sono risposte comune che possono valere per tutti.
Non c'è caso uguale o simile a un altro.

Non c'è esigenza uguale o simile a un'altra, così non possono valere indicazioni generiche o standard.
La salute non si perde se non trascurando l'esigenza e l'urgenza di vivere di qualità.

La salute è assoluta, non relativa, né può essere parziale.
Nel dispositivo della parola, la salute è globale, è salute della vita, in ciascun istante. 
La salute è senza economia: vivendo e facendo sono impossibili la contabilità e il risparmio di sé. 
La cura della parola
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NON ASPETTARE! LA SALUTE NON ASPETTA
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